Parte il Progetto de l’Anticoach, l’eroe con la missione di sconfiggere e superare le anomalie del coaching, involontarie “si spera” e presenti nell’erogazione di coaching da parte di professionisti più o meno esperti e blasonati o conosciuti dal pubblico.
E’ in corso un’enorme trasformazione culturale in questo lungo periodo di congiuntura economica delicata che ha spinto e consigliato le persone e gli imprenditori nel partecipare a percorsi di formazione, per acquisizione di competenze sotto forma di nozioni, ma ancor di più di strumenti di crescita utile, almeno negli intenti, alla evoluzione dei partecipanti e delle organizzazioni imprenditoriali da Loro sviluppate.
I principali scopi dichiarati sono il superamento di limiti, paure, blocchi personali ed il potenziamento delle capacità al fine di evitare di circoscrivere la propria azione in un ambiente insufficiente a realizzare se stessi sia personalmente che imprenditorialmente.
L’anticoach si impegna ogni giorno per aiutare persone, professionisti e imprenditori, a raggiungere obiettivi reali, attraverso la diffusione di principi certo, ma soprattutto di soluzioni pratiche, quantificabili e misurabili ad avallo, supporto e soddisfazione dell’impegno proferito per migliorare; l’anticoach si dedica giornalmente affinchè la persona non ritorni nello sconforto dopo aver creduto che la motivazione sarebbe bastata a superare gli ostacoli e per far comprendere invece, in pratica, come collegare crescita e consapevolezza a soluzioni di successo e realizzazione .
Facciamo un esempio pratico per stare in tema:
“Antonio è titolare di un ristorante e il Suo consulente per la sicurezza gli ricorda che deve fare il corso di aggiornamento come RSPP ossia Responsabile della Sicurezza per la Prevenzione e Protezione; Antonio vede la cosa come una perdita di tempo e di denaro per se e la Sua organizzazione ma c’è un obbligo di legge con sanzioni molto pesanti. Antonio ha anche ingaggiato un coach perché dopo un corso ha capito che questo potrebbe aiutarlo a motivare il personale a lavorare di più; questo è un bravo coach in grado di motivare bene il reparto logistico e il reparto commerciale, ma di fatto non conosce obblighi di legge aziendali, iter burocratico, dinamiche finanziarie o gestionali, tecniche di promozione specifiche per i ristoratori;
l’anticoach interviene, anche a distanza (video, dirette, webinar, corsi online in pillole) con informazioni, formazione, coaching e soluzioni pratiche per aiutare Antonio a trovare un nesso di collegamento tra obblighi, potenzialità della struttura aziendale, crescita di volontà di successo di Antonio e del personale, offrendo consigli utili e pratici, come ad esempio di sfruttare il riordino dei locali per il rispetto della sicurezza, quale strumento di marketing e quale strumento per il miglioramento oggettivo della qualità del lavoro all’interno delle cucine, dei magazzini e del locale di somministrazione; ecco Antonio che allora ascolta subito il Suo consulente per la sicurezza, sollecitando Lui e il personale a trovare l’aspetto positivo, pratico e di successo per le operazioni di adeguamento per la sicurezza, consapevole che in questo modo potrà a breve recuperare l’investimento per gli adeguamenti del caso e non disperdendo tempo e denaro in attività che risultavano a Lui superflue, solo perché gli mancava l’interprete delle informazioni.;Il coach faceva il Suo lavoro e il consulente per la sicurezza il proprio, senza aiutare “involontariamente” Antonio a fare i giusti collegamenti mentali e operativi per obiettivi di successo.
Ecco allora che, la battaglia dell’anticoach, in realtà è rivolta a valorizzare sia il lavoro del coach che quello delle altre risorse umane utili al successo aziendale e dell’imprenditore, Suo artefice principale.